venerdì 29 luglio 2016

IL PAPIRO DELLA MOGLIE DI GESU' FU SUBITO RITENUTO UN FALSO DALLA CHIESA CATTOLICA

TEMPI.IT ------------------------------------------------------------------------------------------------------------ Moglie di Gesù? Osservatore Romano: «Il papiro è in ogni caso un falso»
settembre 28, 2012 Redazione PAPIRO DELLA MOGLIE DI GESU' Lo studioso Alberto Camplani analizza il papiro contenente la “prova” che Gesù aveva una moglie. Scrive L’Osservatore: «È una maldestra contraffazione (come tante altre provenienti dal Vicino Oriente)». Ripubblichiamo l’analisi del papiro contenente la “prova” che Gesù aveva una moglie fatta dallo studioso Alberto Camplani, che era al convegno dove Karen L. King aveva annunciato la scoperta, e pubblicata dall’Osservatore Romano. In un box sotto l’articolo il quotidiano faceva notare che «ragioni consistenti indurrebbero a concludere che il papiro sia anzi una maldestra contraffazione (come tante altre provenienti dal Vicino Oriente). (…) In ogni caso un falso». «La scoperta di una studiosa di Harvard fa intendere che Gesù ebbe una moglie». Con questo titolo Fox News ha ripreso da altre testate la notizia di una conferenza tenuta la sera dello scorso 18 settembre da Karen L. King, durante il decimo congresso internazionale di studi copti, che era ospitato dall’Istituto Patristico Augustinianum, a poche decine di metri dal Vaticano. Di tenore simile, ma con variazioni di tono e di consapevolezza critica, nonché riferimenti poco pertinenti al Codice da Vinci, sono state le notizie circolate su molti media europei e italiani nei giorni immediatamente seguenti. Il fatto è presto detto: nel corso della conferenza la studiosa aveva presentato un frammento di papiro che riporta, in traduzione copta, frasi di un dialogo intrattenuto da Gesù con i discepoli a proposito di un personaggio femminile, Maria, definita «mia moglie» (ta-hime, forma rara di ta-shime, corrispondente in copto al nostro “donna” o “moglie”). Nulla di strano per un congresso scientifico: in questo caso, tuttavia, il legame troppo immediato tra ricerca e giornalismo — che poco giova ai tempi lunghi del più serio dibattito scientifico — era già stato perseguito da prima del congresso, se è vero che le precocissime notizie pubblicate lo stesso giorno negli Stati Uniti dipendevano da un’intervista rilasciata dalla studiosa ad Harvard prima della partenza per l’Italia. Mentre i media, con toni più o meno sensazionalistici, tratteggiava i contorni della scoperta, suscitando un improvviso interesse per il congresso di studi copti, King e il sito della sua università mettevano a disposizione on-line la forma provvisoria (draft) di un poderoso articolo da lei scritto, con la collaborazione di altri giovani studiosi, circa questo frammento di papiro e il suo contenuto, che sarà non pubblicato negli atti del congresso (destinati ad apparire non prima del gennaio 2015), ma è stato proposto al «Harvard Theological Review», e sarà pubblicato nel prossimo gennaio se superererà il consueto processo di valutazione (peer review). L’articolo dunque si presenta con tutti i crismi della scientificità e dell’obiettività, come era del resto da attendersi da parte di King, nota studiosa di gnosticismo e di questioni di genere nel cristianesimo primitivo. Le conclusioni fondamentali sono le seguenti: è un frammento antico, risalente al IV secolo; il testo greco che sta alla base della traduzione copta è ancora più antico, forse composto attorno al II secolo; esso è testimone di ambienti in cui si dibatteva della condizione coniugale di Gesù: «Affermazioni circa lo stato coniugale di Gesù nacquero per la prima volta un secolo dopo la morte di Gesù nel contesto delle controversie intracristiane sulla sessualità, il matrimonio e la discepolanza» scrive tra l’altro la studiosa serva su questo punto dell’argomentazione di King. Non solo: ritengo che esso abbia dato adito alla deriva giornalistica della notizia, che ha trasformato espressioni che esprimono l’intimità e la consustanzialità spirituale tra il Salvatore e i suoi discepoli, consuete nei testi gnostici, nell’affermazione di una presunta condizione coniugale di Gesù: una condizione che — se non può certo essere accettata come tratto storico sulla base di questo testo — sarebbe secondo King parte del dibattito cristiano del II secolo a proposito di Gesù e della sessualità. Davanti a un oggetto di questo genere che, a differenza di tanti altri presentati nel corso del congresso, non è stato scoperto nel corso di scavi, ma proviene dal mercato antiquario, bisogna però adottare numerose precauzioni, che ne stabiliscano l’attendibilità e che ne escludano il carattere di contraffazione. Innanzitutto esso va studiato nella sua materialità: da che tipo di manoscritto potrebbe provenire? Che datazione può essergli attribuita dal punto di vista paleografico? In secondo luogo: che tipo di testo è, in quale contesto letterario si inserisce la sconcertante affermazione di Gesù? Che significato essa assume in quello specifico contesto? Va detto che ambedue i livelli della ricerca (il papiro e il testo) presentano numerosissimi problemi. King ammette che alcuni colleghi hanno messo in questione l’autenticità del papiro, mentre altri papirologi hanno espresso un giudizio più favorevole . Una parte dei coptologi raccolti a Roma durante il congresso, davanti alla fotografia apparsa in rete e su alcuni giornali, ha espresso dubbi circa l’autenticità (tra gli altri Emmel, Funk, Suciu, Orlandi, Buzi), pur riservandosi la possibilità di formulare un giudizio più circostanziato non appena si diano le condizioni per studiare la questione con maggiore cognizione di causa. Essi hanno osservato sia il carattere del frammento, che rende difficilmente ricostruibile il tipo di manoscritto da cui proviene (codice letterario? amuleto?), sia le caratteristiche della scrittura, che si allontana dalla massima parte dei modelli noti per il IV secolo e da un numero vastissimo di modelli più tardi; qualcuno è giunto a esprimere l’ipotesi che i caratteri copti del frammento siano una maldestra riproduzione del copto prodotto a stampa. Se da una parte non è affatto detto che la peculiarità dell’oggetto significhi necessariamente contraffazione (spesso nuovi reperti escono dalle tipologie note), d’altra parte è compito della comunità scientifica valutare se tale originalità è di mano moderna o antica: in altri termini, bisogna rendere conto della natura specifica di questa scrittura, che appare lontana dai modelli noti, ad esempio i codici di Nag Hammadi, e piuttosto diversa anche dai codici indicati dalla studiosa come termine di paragone. Questo potrebbe indirizzare la ricerca in due direzioni diverse, ovviamente influenti sul giudizio che si deve esprimere sul testo. In altre parole, o il manoscritto è contraffazione moderna, e allora qualsiasi ulteriore indagine perde di significato; oppure è stato redatto in ambienti che non volevano trasmettere un testo letterario, ma un testo a uso interno o privato, come accadeva tra l’altro nelle officine della magia tardoantica. Questi ultimi potrebbero aver utilizzato testi noti, di carattere soprattutto gnostico, per costruire uno scritto nuovo, ai loro occhi particolarmente efficace, nello stesso modo in cui altri loro colleghi costruivano testi assemblando versetti evangelici. Se così fosse, il significato stesso del frammento ne risulterebbe fortemente ridimensionato. Ma veniamo al testo, che si presenta come un dialogo di Gesù con i discepoli e una donna. Il quadro è familiare per chi conosce la letteratura apocrifa o i dialoghi di resurrezione. Soprattutto nella Pìstis Sophìa, nel Vangelo di Maria, nel Vangelo di Tommaso e nel Vangelo di Filippo troviamo i parallelismi più pertinenti, ben rilevati da King. Le donne appaiono come i discepoli più pronti a riconoscere una consonanza spirituale con il Salvatore e una di esse, Maria Maddalena, figura del vero gnostico, è chiamata «consorte» di Gesù (nel Vangelo di Filippo si usano il greco koinonòs e il copto hôtre , che coprono l’area semantica che va dal “compagno” sino al “coniuge”). Il nuovo frammento è in consonanza con questi testi, anzi sembra presupporli, quando dice: «Gesù disse loro: Mia moglie (…) lei sarà capace di divenire mia discepola». Bisogna però intendersi sul significato di queste espressioni. King propone di vederle non come una prova dello stato coniugale del Gesù storico, ma come un tentativo di fondare una visione positiva del matrimonio cristiano/gnostico sull’“argomento ” del legame matrimoniale tra Gesù e Maria Maddalena («Il Vangelo della moglie di Gesù ci permette di vedere che, probabilmente già nel secondo secolo, altri cristiani ritenevano che Gesù fosse sposato»). Ma il problema vero è quello di verificare se il celibato di Gesù sia mai stato messo in dubbio o oggetto di dibattito nella tradizione cristiana primitiva, gnosticismo compreso. Le prime testimonianze su Gesù nulla dicono di uno stato coniugale, anche quando parlano di Maria Maddalena. E se nel II secolo il filosofo pagano Celso, nella sua radicale critica al cristianesimo (riportata frammentariamente da Origene) registra le infamanti dicerie riguardanti la madre di Gesù e i suoi rapporti extraconiugali, nulla sa invece escogitare contro Gesù stesso che riguardi un suo eventuale stato matrimoniale. Tale silenzio, interno ed esterno alla tradizione cristiana, mi pare più significativo dell’interpretazione letterale di poche espressioni del nuovo testo, che devono a mio avviso essere intese in senso totalmente simbolico. Ma non è così: in ambedue i casi si tratta di espressioni del tutto metaforiche, simbolizzanti la consustanzialità spirituale tra Gesù e le sue discepole, che trovano amplissimo riscontro nella letteratura biblica e in quella cristiana primitiva. http://www.tempi.it/moglie-di-gesu-osservatore-romano-il-papiro-e-in-ogni-caso-un-falso#.V5lkVyIkrIV --------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- Moglie di Gesù? Il papiro è un falso copiato da uno studio del 1924: «Va bene per uno sketch dei Monty Python» maggio 6, 2014 Redazione L’ennesima conferma arriva da uno studio pubblicato settimana scorsa dal ricercatore Christian Askeland: il papiro è antico ma il testo risale a pochi anni fa Il “vangelo della moglie di Gesù” è quasi certamente un falso. L’ennesima conferma arriva da uno studio pubblicato settimana scorsa da Christian Askeland, un ricercatore americano dell’Indiana Wesleyan University, specializzato in versioni copte del vangelo di Giovanni. Il testo scritto su un papiro risalente al 700 – 800 dopo Cristo e scoperto due anni fa dall’Harvard Divinity School, in cui si legge “Gesù disse loro: vi presento mia moglie”, sarebbe in realtà l’opera di un falsario degli anni 2000. IL FRAMMENTO FALSIFICATO. In uno studio giudicato legittimo e interessante dalla stessa autrice della scoperta del papiro, Karen King, Askeland ha dimostrato che il “vangelo della moglie di Gesù” è un falso grazie alla comparazione con un secondo frammento, una versione copta del vangelo di Giovanni, acquistato da Harvard insieme al frammento sulla moglie di Gesù e poi pubblicato sull’Harvard Theological Review. Askeland ha dimostrato che il secondo frammento è senza dubbio un falso. Il testo è stato infatti parzialmente copiato da una ricerca del 1924, recentemente pubblicata su internet, scritta in un particolare dialetto copto (Lycopolitan), che però gli scribi del 700-800 (età a cui risale il papiro) non avrebbero mai potuto conoscere, essendosi estinto fra i tre e i cinque secoli prima. Paragonando il frammento falso con quello che parla della moglie di Gesù, Askeland ha rintracciato più di una somiglianza. Secondo il ricercatore probabilmente sono stati scritti dalla stessa mano, con lo stesso strumento e lo stesso inchiostro, cioè dallo stesso abile falsario. PAPIRO ANTICO, TESTO MODERNO. Come è riuscito il falsario a ingannare gli studiosi di Harvard e gli strumenti di rilevamento della prestigiosa università americana? Secondo gli esperti, ha utilizzato un pezzo di papiro realmente antico, scrivendo i due testi evangelici con un particolare tipo di inchiostro composto da fuliggine, in grado di ingannare i test di spettroscopia Raman usati per calcolarne l’età. E per scrivere il testo del vangelo di Giovanni, come dimostra lo studio di Askeland, il falsario si è liberamente ispirato a uno studio del 1924, da qualche anno scaricabile da internet in formato pdf. Anche prima della scoperta di Askeland, l’autenticità del testo è stata messa in discussione. Lo scetticismo sul brano copto in cui Gesù presenta la sua fantomatica moglie ai discepoli deriva dagli errori grammaticali presenti nel testo, dal fatto che sembra una copia del vangelo di Tommaso, ma anche dall’insolito uso del grassetto nella frase incriminata. Lo studioso di religione della Brown University, Leo Depuydt, in un articolo pubblicato sempre sulla Harvard Theological Review ha spiegato che l’uso del grassetto sembra voler produrre un qualche effetto comico. «Suona più o meno così – scrive Depuydt – “mia moglie: sì, ho detto mia moglie, avete capito bene!”». Per l’esperto, il frammento «può andar bene per uno sketch dei Monty Python», non per uno studio scientifico. http://www.tempi.it/moglie-di-gesu-il-papiro-e-un-falso-copiato-da-uno-studio-del-1954-va-bene-per-uno-sketch-dei-monty-python#.V5lniSIkrIV --------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- ULTIME NOTIZIE RIPRESE DA TEMPI --------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- La moglie di Gesù? Il papiro è falso. «Va bene per uno sketch dei Monty Python» giugno 21, 2016 Leone Grotti Dopo tre anni Karen King, docente a Harvard, ha riconosciuto di avere preso una cantonata. Il falso è stato probabilmente scritto nel 2000 su un papiro antico Nel 2012 la notizia aveva fatto scalpore e Karen King (foto in alto) aveva guadagnato le prime pagine di tutti i più importanti giornali del mondo. La docente della prestigiosa Divinity School di Harvard aveva rivelato l’esistenza di un papiro antico contenente queste parole: «Gesù disse loro: vi presento mia moglie». L’INCHIESTA E I DUBBI. Dopo aver tratto ogni tipo di conclusioni improprie, dalla necessità di cambiare il celibato dei sacerdoti al dogma della Trinità da rivedere, l’autrice della “scoperta” ha letto settimana scorsa un’inchiesta dell’Atlantic sulla dubbia attendibilità del proprietario del papiro, l’imprenditore della Florida Walter Fritz. Sfogliando le pagine si è accorta che la versione di Fritz su come aveva ottenuto il papiro era incoerente e molti pezzi del puzzle non combaciavano, così si è fatta venire qualche dubbio. «FALSO MODERNO». Tanto che ieri, parlando con l’Associated Press, ha dichiarato: «Se mi chiedete oggi verso cosa propendo – testo antico o falso moderno – in base alle nuove prove riportate, dico che propendo per il falso moderno». Meglio tardi che mai, visto che è dal 2012 che diversi studiosi si fanno beffe della grandiosa “scoperta”. SCRITTO NEL 2000. In particolare Christian Askeland, ricercatore americano dell’Indiana Wesleyan University, specializzato in versioni copte del vangelo di Giovanni, ha smontato il falso con uno studio. In soldoni, il papiro risale al 700-800 ma è scritto in un particolare dialetto copto che gli scribi dell’VIII secolo non avrebbero mai potuto conoscere, essendosi estinto tra i tre e i cinque secoli prima. Il falsario, comunque abilissimo, avrebbe dunque usato un dialetto antico per scrivere su un papiro antico delle colossali scemenze. Secondo Askeland, la scrittura risale al 2000. Un altro importante studioso, Leo Dupuydt, della Brown University, aveva commentato così il ritrovamento del papiro: «Può andare bene per uno sketch dei Monty Python». «RICERCA DELLA VERITÀ». Ora anche King se n’è accorta e alcuni colleghi le hanno fatto i complimenti, perché bisogna «avere le palle» per ammettere di avere preso una colossale cantonata. Il decano della School Divinity di Harvard, David Hempton, ha invece pubblicato un comunicato generico e arzigogolato dove ringrazia tutti coloro che «dedicano le proprie competenze» alla «ricerca della verità», siano essi «studiosi, scienziati o giornalisti». Ma perché King non ha fatto qualche verifica prima di annunciare al mondo che la Chiesa mente da 2000 anni, avendo tenuto nascosto che Gesù aveva una moglie? Forse la «ricerca della verità» non era proprio il suo scopo principale. @LeoneGrotti http://www.tempi.it/moglie-gesu-papiro-e-falso-va-bene-per-uno-sketch-dei-monty-python#.V5lmUCIkrIV

Nessun commento:

Posta un commento